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REFERENDUM DEL 12 GIUGNO 2022

Avv. Guido Serra

Domenica 12 giugno, contestualmente a molte elezioni amministrative, si voterà per un referendum abrogativo che ha ad oggetto cinque quesiti sulla giustizia:

1) Incandidabilità per i "colletti bianchi" condannati;

2) Limitazione delle misure cautelari;

3) Separazione delle carriere e delle funzioni nella giustizia;

4) Riforma del Consiglio superiore della magistratura;

5) Valutazione dei magistrati.


1) Incandidabilità per i "colletti bianchi" condannati.

Il referendum del 12 giugno chiede di abrogare la parte della Legge Severino (L. 190/2012) che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del Governo, Consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi. Ma attenzione, quando si parla di condanna, non si intende quella definitiva, passata in giudicato e cioè emessa a seguito dei tre gradi di giudizio previsti dal nostro ordinamento, ma della semplice condanna anche emessa a seguito del solo giudizio di primo grado e, quinti ancora soggetta ai mezzi di impugnazione.


a) Chi è orientato a votare “sì” sostiene che la legge penalizza tutti coloro che rivestono cariche pubbliche, atteso che questi vengono sospesi in via immediata dall'esercizio delle proprie funzioni, senza una condanna definitiva e sono, pertanto, esposti alla pubblica condanna anche nel caso in cui si rivelino poi innocenti.

b) Chi è orientato a votare “no” si basa sulla considerazione che se questa legge verrà abolita, i "colletti bianchi" condannati per reati molto gravi potranno tornare a candidarsi e a ricoprire cariche pubbliche.


2) Limitazione delle misure cautelari.

Quanto al secondo quesito del referendum, occorre anzitutto definire le misure cautelari, ovvero i provvedimenti che limitano la libertà di una persona sotto indagine (quindi non ancora condannata). Alcuni esempi sono la custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari. Oggi, le misure cautelari ai sensi di quanto disposto dall’art. 273 c.p.p. sono applicate solo in tre casi: se c’è il pericolo di fuga, che l’indagato/imputato alteri le prove oppure che continui a reiterare il reato.


a) Chi è orientato a votare “sì” sostiene che oggi vi sia un abuso dell’applicazione delle misure cautelari, in violazione del principio della presunzione di innocenza, specie perché i Giudicanti mirano a motivare frequentemente l’applicazione delle stesse facendo riferimento al pericolo di reiterazione del reato.

b) Chi è orientato a votare “no” sostiene che con una scongiurata modifica legislativa sarà molto difficile applicare misure cautelari a persone indagate/imputate per gravi reati.

3) Separazione delle carriere e delle funzioni nella giustizia;

Il referendum del 12 giugno 2022 propone l’abrogazione delle numerose disposizioni che consentono ai magistrati di passare dalla funzione requirente alla funzione giudicante, o viceversa.


a) Chi è orientato a votare “sì” sostiene che il superamento della facoltà del magistrato di cambiare funzione, consentirebbe una maggiore terzietà ed imparzialità nel processo penale limitando la possibilità di influenzare reciprocamente le carriere tra giudici e PM.

b) Chi è orientato a votare “no” teme che con la separazione delle carriere e delle funzioni nella giustizia, i pubblici ministeri sarebbero sottoposti a un maggiore controllo da parte del Governo, finendo per diventare parte integrante dell’esecutivo.


4) Riforma del Consiglio superiore della magistratura.

Quanto al quarto quesito, occorre premettere che il CSM non è altro che l'organo di autogoverno della magistratura, il cui scopo è quella di mantenerla indipendente rispetto agli altri poteri dello Stato. È composto da 24 membri, eletti per un terzo dal Parlamento e per due terzi dai magistrati.

Oggi, per candidarsi, è necessario presentare almeno 25 firme di altri magistrati a proprio sostegno. Se vince il “sì” non sarà più necessario l’obbligo di trovare queste firme, ma basterà presentare la propria candidatura.


a) Chi è orientato a votare “sì” sostiene che in questo modo i magistrati potrebbero sganciarsi dall’obbligo di trovare accordi politici e dal sistema delle correnti, così da premiare il merito piuttosto che l’adesione politica.

b) Chi è orientato a votare “no” afferma che la riforma non eliminerebbe il potere delle correnti poiché interverrebbe in modo poco rilevante ed adeguata.


5) Valutazione dei magistrati.

L’ultimo quesito del referendum è mirato a far sì che la componente “laica” del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli giudiziari (costituita principalmente da avvocati e professori universitari di materie giuridiche) non sia esclusa dalle discussioni e dalle valutazioni circa la performance e la professionalità dei magistrati.


a) Chi è orientato a votare “sì” sostiene che questa riforma renderebbe la magistratura meno autoreferenziale e la valutazione dei magistrati più oggettiva, perché a votare sarebbero anche gli avvocati e i professori universitari e non solo i magistrati stessi.

b) Chi è orientato a votare “no” ritiene non opportuno dare agli avvocati il ruolo di valutare i magistrati, dato che nei processi gli Organi giudicanti e requirenti svolgono una funzione pubblica opposta a quella privata svolta dagli avvocati.

Avv. Guido Serra


 
 
 

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